Irlanda'98 |
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L'impatto con il brillante verde dell'Irlanda era stato immediato
al nostro atterraggio a Dublino il 31 luglio scorso, nonostante
la giornata uggiosa e piovosa.
Il taxi ci aveva condotto attraverso la campagna e le foreste facendoci
pregustare l'indimenticabile paesaggio irlandese, così come l'autista
mentre ci illustrava man mano luoghi e fatti, ci anticipava la cortesia
e la disponibilità che avremmo incontrato durante tutto il nostro
viaggio.
La barca ,un Moody 44 "Endeavour", era affiancata ad una serie
di pescherecci nel porticciolo di Arklow all'interno dell'estuario
del fiume Avoca ad una trentina di miglia a Sud di Dublino.
Nanni, che nelle settimane precedenti aveva avuto modo di approfondire
nei minimi particolari tutte le manovre e le attrezzature della
barca, ora che stava per lasciarla non perse tempo a illustrarcela
anche raccontandoci la sua esperienza con il mare e le maree d'Irlanda.
Si, le maree, affascinante fenomeno naturale scarsamente avvertito
nel nostro Mediterraneo, che invece qui ci avrebbe accompagnato
e condizionato durante l'intera nostra navigazione lungo le coste
sud orientali, meridionali e sud occidentali dell'Irlanda sino a
raggiungere una settimana dopo la baia di Dingle.
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In queste zone ed in quel periodo, il dislivello fra alta e bassa
marea e' di circa 3 metri, una delizia per la navigazione in acque
ristrette che ci avrebbe permesso sfruttando le 2 ore circa di alta
marea di accostare ai moletti di tanti porticciuoli per i rifornimenti
(come avvenne a Crookhaven), di superare bassi fondali per raggiungere
riparati sorgitori dove dar fondo per la notte (Darrynane bay) o
sfruttando il periodo di bassa marea, di superare lo stretto passaggio
fra Dursey Island e la penisola Beara senza toccare in testa d'albero
i cavi della teleferica che lo attraversano, cosi' come, volendolo,
di visionare e pulire la carena, ben ormeggiati all'inglese ad una
banchina qualsiasi.
Ma marea vuol dire anche ogni 6 ore, il movimento di un'enorme
massa di acqua che si sposta in un senso o nell'altro nel flusso
o nel riflusso provocando fenomeni di mare in ebollizione, di correnti,
vortici, addirittura di rapide negli stretti passaggi. Quindi la
navigazione diventa ancor più precisa ed attenta e deve essere programmata
all'ora in funzione della consultazione e dello studio delle tavole
di marea rapportate alle varie località dove si naviga.
Già per uscire dal porto, il giorno appresso, abbiamo dovuto attendere
l'ora dell'alta marea per non rischiare i bassi fondali dell'estuario
del fiume. Poi una volta nel canale di S. Giorgio (il mare che divide
l'Irlanda dall'Inghilterra) navigando verso Sud, tutta l'attenzione
era rivolta a mantenere la rotta nonostante la deriva delle correnti,
per non finire sui numerosi banchi di sabbia.
Cosi' e' iniziata la nostra crociera che con una tappa forzata
ci ha portato direttamente a Kinsale nella contea del "Kork" che
assieme a quella del "Kerry" costituiscono nella parte sud occidentale
dell'isola un vero e proprio paradiso per la vela. La costa frastagliata
a volte rocciosa, altre volte con una fine sabbia bianca contornata
da una lussureggiante vegetazione favorita dalle propaggini della
corrente calda del Golfo che arriva a lambirla, si presenta disseminata
di isole, di golfi e di fiordi all'interno dei quali si aprono altri
golfi, golfetti e baie, consentendo protezione e rifugio con ogni
vento e mare.
I pochi centri abitati che vi si affacciano non hanno ancora conosciuto
la contaminazione del moderno sviluppo, sono rimasti quelli di una
volta con i loro caratteristici volumi, forme e colori vivaci e
tutto, dalle dimensioni delle piazze a quelle delle stradine, all'atmosfera
dei "pub", alle botteghe degli artigiani, allo scarso traffico,
all'assenza di rumore, all'intenso verde dei prati, alla fioritura
delle fuxie, invita alla serenità, a godersi la vacanza familiarizzando
con gli ospitali e cordiali abitanti del luogo.
Il mare e' stupendo sia quando selvaggio e possente sotto un cielo
cupo percorso da una serie infinita di nuvoloni, incute paura nelle
burrascate oceaniche irrompendo e polverizzandosi con i suoi marosi
sulla costa, sia quando quieto e tranquillo sotto un cielo sereno
e terso mostra la sua limpidezza e i suoi colori blu e verde che
nulla hanno da invidiare alla nostra Costa Smeralda.
Il tempo è molto vario ed in Agosto si può benissimo passare da
un momento all'altro dal caldo al freddo, dal tuffarsi in acqua
per un bellissimo bagno alla necessità di vestirsi con maglioni
e cerata. Tutto è dovuto alla presenza o meno del sole e del vento.
Nel nostro viaggio, seppure di breve durata, ci siamo addirittura
scottati sotto il sole già il primo giorno quando al largo del battello
fanale "Conningsbeg" in completa assenza di vento procedevamo a
motore in una calma piatta, come alcuni giorni dopo di bolina, bordo
su bordo con un S/W forza 2-3 risalivamo al vento per raggiungere
la baia protetta del porto di Baltimore.
Ma abbiamo preso anche il freddo della burrasca da S/W quando sempre
di bolina al largo dell'"Old Head of Kinsale" risalivamo al vento
per riuscire a dar fondo prima della notte in quello splendido golfetto
dal nome di "Glandore Harbour", dove avremmo incontrato la prima
nostra foca che nuotava tranquillamente in mezzo ai ragazzi che
praticavano lo sci d'acqua, così come abbiamo preso la nebbia e
la pioggerellina nella traversata al largo del "Kennamare River".
L'organizzazione per ospitare i velisti e' molto efficiente. Esistono
già alcune marine ed altre sono in allestimento. In parecchie baie
sono state posate, fissate ad appositi corpi morti, una serie di
boe di colore giallo intenso con la scritta "Visitor mooring" munite
di trappa per l'ormeggio gratuito senza ancora, alla ruota. Normalmente
si raggiunge terra con l'aiuto del pram. Il servizio meteo e' preciso
e diffuso ogni tre ore sul VHF.
Nonostante abbiamo impiegato 5 giorni per andare da Kinsale a Dingle
che distano fra di loro solo 128 miglia, abbiamo solo sfiorato a
volo d'uccello questa splendida regione.
Ci rimane il rimpianto di non aver avuto il tempo di esplorare
lo stretto e forse più bel golfo d'Irlanda, la "Bantry Bay" che
si inoltra per oltre 50 km. all'interno del paese, così come abbiamo
dovuto rinunciare a visitare a Nord del "Fastnet Light" una serie
di isole dal nome di "Long Island", "Calf Islands", "Castle Island",
"Horse Island", e soprattutto rinunciare a salire le centinaia di
gradini intagliati nella roccia a picco che nella "Skelling Michael
Island" portano al convento fondato nel VII secolo dai monaci cristiani
della comunità di S. Antonio nei deserti, la cui visita si dice
valga da sola un viaggio in Irlanda.
Sarà per questo, ma anche per il desiderio di ritrovarci un'altra
volta assieme dopo un esperienza di vita comune passata in armonia
ed allegria, che sta maturando l'idea di ritornare a veleggiare
in questi luoghi , questa volta con più tempo a disposizione.
Il Regolamento definisce i dettagli pratici della vita sociale.
La quota sociale annuale - attualmente pari a 200.000 Lire - copre
le spese generali dell'Associazione (comunicazioni, assemblee, gestione,
ecc.).
Le spese di partecipazione alle manifestazioni corrispondono, pro
capite, ai costi sostenuti dall'Associazione per l'organizzazione
delle stesse (contatti, comunicazioni, ricerche bibliografiche,
noleggio della barca, verifica e adeguamento delle dotazioni e delle
attrezzature di sicurezza, organizzazione di riunioni preparatorie,
ecc.) e vengono sostenute da tutti i partecipanti (inclusi gli Skipper)
in maniera identica.
Gli Skipper sono scelti tra i Soci, che siano disponibili, in funzione
della loro esperienza, salvo casi particolari in cui i noleggi siano
possibili solo con Skipper professionisti.
Viene in particolare prestata la massima attenzione alla sicurezza
e a questo proposito vengono seguite procedure rigide, le attrezzature
vengono adeguate con la massima cura e i partecipanti sono di volta
in volta appositamente addestrati ai compiti individuali richiesti.
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