Tall
Ships 2000: "Crociera in compagnia" Charleston-Boston |
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Charleston-Norfolk |
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L'equipaggio smontante, arrivato da Bermuda a Charleston con molto
ritardo a causa del poco vento, ha pochissimo tempo per sistemare
la barca, ci dovremo occupare noi di risolvere alcuniproblemi, fra
cui quello annoso delle batterie che non si ricaricano. Problemi
maggiori non ve ne sono, ma la barca risente del poco tempo che
gli equipaggi precedenti hanno potuto dedicare fra una tappa e l'altra
alla sua sistemazione, proprio per i ritardi accumulati sul programma
a causa della mancanza di vento.
L'organizzazione delle Tall Ships ci ha messo a disposizioneuna
persona, Greg, che parla italiano, e che si prodigherà, con molta
buona volontà ma non sempre con efficienza, a risolvere alcuni problemi,
sia di natura burocratica (pratiche all'ufficio immigrazione per
chi sbarca arrivando da un Paese straniero) sia tecniche (ricerca
di materiale, di un caricabatteria a 110V, carte nautiche ecc).
Le previsioni danno poco vento (di nuovo...) per i giorni successivi,
e la scelta fatta a tavolino prima di partire, di navigare "per
canali" si rivela azzeccata: ci permetterà di fare un'esperienza
nuova (a motore), senza rimpiangere il vento che non c'è al largo,
e di godere del magnifico paesaggio che altrimenti avremmo perso.
I "canali" (ICW Infra Coastal waterway) sono una via d'acqua in
parte naturale e in parte artificiale, risalente al secolo scorso
e che collega New York alla Florida, e corre parallela e molto vicina
alla costa, aperta a quel tempo per il trasporto merci. Ora viene
utilizzata ancora da qualche chiatta, ma soprattutto è mantenuta
a fini turistici.
Ci procuriamo le carte del canale, sembrano carte stradali,
abbastanza poco dettagliate per quanto riguarda la profondità,
ma che danno indicazioni precise sugli orari di apertura dei
ponti, e segnano in modo dettagliato le boe che limitano lateralmente
il canale (rosse e verdi, numerate in ordine progressivo)
Partiamo da Charleston con marea favorevole (durante le prossime
settimane dovremo sempre fare i conti con maree e correnti)e
imbocchiamo il canale che ci porterà verso nord.
Navighiamo in mezzo ad una natura lussureggiante e molto
popolata di uccelli, con a tratti insediamenti di villaggi
di vacanza, tutti a casette di legno, ognuna col proprio pontile,
incontrando spesso cartelli di attenzione in caso di "hurricane".
Il percorso è costellato di ponti, molti dei quali troppo
bassi per il nostro albero, e che vengono aperti o su richiesta
(via VHF) o a certe ore precise.
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I ponti non apribili hanno una luce standard di 65 piedi, il nostro
albero ne conta 63 (antenna compresa), ed è molto impressionate
passarci sotto, dalla coperta sembra proprio di non passarci...
Alcuni ponti "dubbi" saranno affrontati a velocità ridottissima
con una persona in testa d'albero a controllare che vi sia la luce
necessaria. Anche nel canale c'e' marea, quindi corrente, e quello
che ruba la marea in altezza potrebbe essere proprio lo spazio mancante
a farci passare, e la corrente, a volte fino a 5 nodi, potrebbe
intralciare le manovre.
In compenso la profondità del canale non è molto costante, e sempre
un po' al limite dei 7 piedi (il pescaggio del Blitz), per cui ogni
tanto succede anche di insabbiarci, se questo succede a marea discendente
siamo costretti a chiedere aiuto a uno dei numerosi motoscafi che
solcano queste acque salmastre e non molto limpide, in cui pare
vi siano anche gli alligatori...
Le numerose marine che incontriamo sono quasi tutte off limits
per il Blitz (profondità insufficiente), ma riusciamocomunque ogni
sera a trovare un ormeggio, in marine attrezzatissime e molto accoglienti.
L'arrivo a bassa marea e di notte non è sempre agevole,più procediamo
verso nord più il canale è basso, si deve quindi navigare con moltissima
attenzione e a velocità ridotta.
A Morhead decidiamo di uscire in mare aperto, e finalmente rivediamo
barche a vela, ancorchè poche: sinora abbiamo visto infiniti motoscafi
da pesca d'altura, tutti irti di canne da pesca, ma barche a vela...pochine.
Dopo 4 giorni di caldo afoso, appiccicoso, colpi di sole e temporali
serali, ritroviamo le acque libere e il vento che ci accompagnerà
fino a Norfolk dopo una bella navigazione notturna.
Norfolk-New
York |
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In preparazione.....
New
York-Boston |
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La marina in cui ritroviamo il Blitz (World's Fair marina), oltre
che introvabile per gli stessi tassisti Newyorchesi, è a dir poco
la peggiore mai vista in vita nostra:è situata alla fine della pista
dell'aeroporto di La Guardia, è in disfacimento totale, (i responsabili
ci dicono che è in cantiere...) l'acqua è degna della cloaca massima,e,
a bassa marea, oltre a non permetterci il passaggio per uscire,
ci allieta le papille olfattive con un tanfo immaginabile, vista
la qualità dell'acqua...
Per fortuna l'equipaggio è reduce da una giornata di turismo a
Manhattan, nel giorno del 4 luglio, con magnifica parata delle Tall
Ships sulla Hudson River e la presa in consegna viene eseguita con
buon umore, benché non vi sia la minima speranza di vedere, da dove
siamo (Queens) i fuochi d'artificio del 4 luglio (i più grandi mai
visti...gli americani hanno un po' la tendenza ad enfatizzare...)o
di festeggiare l'inizio della crociera con una cenetta al ristorante,
vista l'ubicazione impossibile della marina.
Decidiamo di fuggire al più presto da quel luogo infame, e programmiamo
un giro di Manhattan per l'indomani.
Dobbiamo fare i conti con la marea per uscire, e con le notevoli
correnti che vi sono sulla East River nel passaggio della famosa
Hell Gate (porta dell'inferno).
Il giro di Manhattan ci ripaga ampiamente delle sofferenze
della notte precedente, ed è con emozione e meraviglia che
vediamo susseguirsi i grattacieli e i ponti più famosi del
mondo, la Statua della Libertà, sotto un cielo limpidissimo
e con un po' di vento che ci permette di navigare per un momento
a vela, accompagnati da altre barche a vela, Tall Ships e
imbarcazioni di servizio ogni tipo, che trasportano dai turisti
ai rifiuti urbani.
Rientriamo verso Long Island, e passiamo la notte alla fonda,
senza alcun rimpianto per la marina di ieri sera.
Finalmente inizia la navigazione a vela vera e propria e
nei prossimi giorni toccheremo porti famosissimi e veri e
propri paradisi della vela.
Il vento leggero e l'assenza di mare,siamo in acque interne
fra Long Island e la costa, ci danno l'impressione di essere
sul Lago Maggiore, il paesaggio è bellissimo, molto verde,
paesini di villeggiatura e barche a vela dappertutto, e Tall
Ships all'orizzonte che ci accompagneranno per tutta la crociera.
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Tocchiamo Milford (New Haven), dove ci accoglie una delegazione
di emigrati italiani andati dal Sindaco per farci gli onori di casa,
invitarci ad una indimenticabile cena a base di aragoste, e passare
la serata con noi sul Blitz a cantare...canzoni italiane.
Poi New London situata giustamente sul fiume Thames, e Newport,
dove ritroviamo fra le mille barche che bordeggiano a vela nell'affollatissimo
porto, vecchi 12 metri della Coppa America ora adibiti a crociere
per i turisti, il Joshua, proprio quello di Moitessier, reduce da
una traversata atlantica in solitario, e l'Amerigo Vespucci, oltre
ad altre partecipanti alla Tall Ships Race, prima di uscire in mare
aperto e giungere a Martha's Vineyard, isola che purtroppo non avremo
tempo di visitare per aver perso molto tempo a cercare la marina
dove non c'era (il portolano la indicava nel golfo adiacente.).
Ci sarebbe piaciuto passare al largo di Cape Cod, ma alla fine
decidiamo di tagliare per il Cape Cod Canal per non rischiare di
arrivare tardi a Boston.
Lasciamo la Marina di Martha's presto al mattino, in un clima bretone
(nebbia, pioggerellina e freddo) per sfruttare la corrente che ci
porterà all'imboccatura del canale, ove dobbiamo arrivare entro
una certa ora precisa per poter poi prendere la corrente nell'altro
senso finché non è troppo forte, che ci permetterà di passare il
canale.
La corrente e il vento di 25 nodi (contrario) ci fanno arrivare
con largo anticipo all'imboccatura del canale, dopo una navigazione
fra innumerevoli boe che segnano il passaggio fra i vari pericoli
e secche, Diamo fondo in attesa del riflusso e approfittiamo per
cucinare e mangiare con un po' di calma.
La nebbia si dirada e imbocchiamo il canale al seguito di un'altra
barca a vela, l'unica incognita sembra sia il ponte del treno che
a volte, quando passa il treno, chiude senza preavviso..ma è segnalato
da una luce lampeggiante.
Nessuna luce lampeggiante, via libera, il canale è nostro, la corrente
è moderata e favorevole.i calcoli erano giusti...
L'ultima notte di navigazione, che dall'uscita del canale ci porta
a Boston giusto in tempo per partecipare alla grande parata delle
Tall Ships prevista l'indomani mattina, inizia con poco vento, ne
approfittiamo per provare l'MPS nuovo (l'altro era scoppiato nella
traversata verso le Bermude). Il vento riprende a poco a poco, e
i turni di notte si faranno con una mano di terzaroli: in ogni modo
dobbiamo "perdere" un po' di tempo per arrivare a Boston con la
luce.
L'avvicinamento è caratterizzato, come sempre sinora sulla costa
USA, da innumerevoli segnali luminosi, troppi.. È difficile capirci
qualcosa, il navigatore deve continuamente fare la spola fra pozzetto
e tavolo di carteggio, finché decidiamo di fissarci due o tre punti
certi e di orientarci solo su quelli.
La crociera si conclude con un'entrata nel Porto di Boston dal
Canale gloriosa e emozionante. Per 3-4 miglia la parata è accolta
da decine di migliaia di barche barchini, imbarcazioni di ogni tipo,
zattere, pedalò, che fanno siepe sui due lati del canale, e da altrettante
persone appostate sulla riva, su navi e portaerei ormeggiate. E'
la festa del mare, la festa della vela, tutta la città vi partecipa,
e vi parteciperà nei prossimi giorni a terra con manifestazioni
di ogni tipo.
Cristina Lombardi
Considerazione
sulle navigazioni negli USA: |
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Tutta la costa Est degli Stati Uniti presenta secche e pericoli
anche molto al largo e richiede una navigazione molto attenta
sia alle correnti sia alle maree senza scordare il controllo costante
delle profondità indicate dalle carte (alcune in piedi altre in
fathoms)
Dappertutto abbiamo trovato moltissima segnalazione di tipo
laterale (inesistenti le boe cardinali), per lo più luminosa, rispetto
agli standard europei persino eccessiva. Da non scordare che rosso
e verde negli USA sono scambiati rispetto all'Europa (verde a sinistra
e rosso a dritta, ovviamente solo per i punti cospicui e non per
le luci di navigazione delle imbarcazioni)
La documentazione utilizzata per i calcoli di marea e corrente
(sia Reed's Almanach che le indicazioni sulle carte dell'Ammiragliato
Britannico che il portolano per i diportisti Waterway Guide) si
è rivelata molto precisa, affidabile e coerente fra le diverse fonti
di informazione. Indispensabile l'uso costante dell'ecoscandaglio,
che si è rivelato laborioso dopo la rottura del ripetitore esterno.
Abbiamo avuto molta difficoltà nel reperire bollettini meteo
sul VHF, i canali utilizzati a tale scopo negli USA sono canali
A (es 22A) non presenti sulla nostra radio.Sull'SSB abbiamo trovato
una frequenza che dava un bollettino in continuo, aggiornato ogni
3 ore ma era di tipo "terrestre", previsioni del tempo ad uso turistico
con largo spazio dato alle temperature rilevate, previste, medie
ecc, in ogni modo si è rivelato sempre preciso nelle previsioni
(direzione e forza).
Anche le comunicazioni con i guardiani dei ponti erano spesso
sui canali di tipo A, per cui si è rivelato indispensabile
avere un telefono cellulare (oltre che parlare e capire
l'inglese), che ci ha permesso anche di prenotare le marine
ogni mattina per la sera, operazione necessaria vista la poca
disponibilità di posti per barche come la nostra (lunghezza
e soprattutto pescaggio) e l'affollamento dei porti dovuto
all'alta stagione. (a volte è stato necessario telefonare
a 4-5 marine prima di trovare un posto), per questo ci è stato
di grande aiuto il portolano "Waterway Guide" che riporta
per ogni marina tutte le caratteristiche, oltre ad un pianetto,
peraltro di qualità piuttosto bassa.
Altre due particolarità ben note degli USA, sono:
1.- la corrente elettrica a 110V anziché 220V (munirsi
di un carica batterie con le due possibilità, e del relativo
cavo alla colonnina, oppure, come abbiamo fatto, comperare
sul posto un caricabatteria "volante" di tipo automobile collegato
direttamente alle batterie.
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2.- il gas per la cucina (negli USA propano anziché butano).
Anche in questo caso ci è sembrato molto più semplice comperare
sul posto un fornello da campeggio a due fuochi con le bombolette
di propano. Ad un prezzo molto accessibile, ha lo svantaggio di
offrire una sistemazione "provvisoria" (appoggiato sopra l'altro
fornello) ed é poco stabile per l'uso in navigazione. D'altronde
cambiare le bombole, il tubo, la valvola e gli ugelli sarebbe stato
oneroso, e avrebbe richiesto troppo tempo. Cercare gas butano (camping
gas) si è rivelato operazione senza speranza, tranne a Boston dove
si è trovato un fornitore, che.ha riempito le nostre bombole di
camping gas con propano. il vicino di barca cui è successo lo stesso
ci ha detto: "brucia lo stesso..." noi abbiamo preferito riportare
le bombole e farci cambiare il propano in butano...
Inoltre per navigare negli Stati Uniti è richiesto un sistema per
non scaricare le acque nere a mare nelle acque interne, o entro
le 3 miglia dalla costa.Le marine sono spesso attrezzate con una
pompa per svuotare il serbatoio delle acque nere, purtroppo
spesso (almeno nel Sud) la pompa non è raggiungibile se la barca
ha un certo pescaggio. (e l'operazione di svuotamento del serbatoio
non è delle più simpatiche.).Le marine sono peraltro sempre ben
attrezzate con bagni efficienti e puliti.
Per navigare negli Stati Uniti ci è stata rilasciata una licenza
di navigazione valida un anno, dopodiché non vi è stata più
alcuna formalità, contrariamente alle aspettative create dalla mole
di documentazione su regolamenti e procedure che ci era stata recapitata
prima della partenza.
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