Tall
Ships 2000: Boston-Halifax |
|
Boston-Halifax:
la regata riprende |
|
Nanni Acquarone
Nel momento in cui venne deciso che assumessi il comando del Blitz
in questa tappa ho sperato che avrei partecipato a una delle più
eccitanti esperienze della mia vita.
Non avrei però immaginato fino a qual punto la mia speranza si
sarebbe avverata!
Per alcuni giorni, sia a Boston che ad Halifax, ci siamo sentiti
le persone più importanti delle Città, curati e coccolati come i
beniamini del luogo.
E' bastato poco tempo perché ci accorgessimo di esserlo davvero.
Ogni persona incontrata, soprattutto ad Halifax, si illuminava non
appena a conoscenza della nostra partecipazione alla Tall Ship 2000
e ci colmava di attenzioni e di gentilezze.
Purtroppo le incombenze legate alla preparazione della barca e
alla ricerca del sostituto di uno dei membri dell'equipaggio, inaspettattamente
non arrivato, ci hanno lasciato meno tempo di quanto desiderabile
per visitare i dintorni e le stesse barche nostre compagne: questa
tappa, la più breve, aveva tempi davvero angosciosi.
Cambiando Skipper ed equipaggio ad ogni tappa abbiamo anche dovuto
limitare gli incontri con gli equipaggi delle altre barche, in particolare
della nostra categoria, più vicini a noi come mentalità ed esperienze.
Anche in tali condizioni però abbiamo sperimentato una calda solidarietà
e l'avviarsi di sincere simpatie, se non di amicizie, anche con
persone di origini ed età molto diverse.
La comunità italiana di Halifax ci ha accolto con un calore e una
disponibilità tutte speciali, organizzando tra l'altro tramite il
Console e il Presidente del Club Italiano la presenza e il saluto
dell'Ambasciatore d'Italia in Canada e dell'Addetto Militare, persone
tutte cui va ancora il nostro cordiale grazie e arrivederci.
Ho parlato degli aspetti umani di questa tappa, perché sono lo
specchio del rispetto e dell'amore che le nostre barche a vela e
i loro equipaggi hanno suscitato nelle popolazioni di questa zona
dell'Atlantico.
Esse hanno tutta l'autorevolezza di una lunga tradizione e dell'esperienza
di un mare non certo facile.
La nostra navigazione è iniziata nella nebbia fitta, è stata rallentata
da calme persistenti che ci hanno costretto, nostro malgrado, a
ritirarci dalla regata per poter muoverci a motore al fine di consegnare
in tempo la barca al successivo equipaggio e infine a correre al
lasco, terzarolati, a più di 7 nodi ancora nella nebbia e con vento
fino a trenta nodi.
Esperienza del tutto esaltante, una volta conclusa, ma talvolta
agghiacciante, come quando un piccolo catamarano ci è sbucato davanti
a non più di 20 m. senza essere stato segnalato dal radar, che abbiamo
tenuto acceso per tre giorni interi.
L'ingresso nel lungo fiordo di Halifax, con un tempo finalmente
chiaro e soleggiato, accolti dal profumo degli abeti come fossimo
in montagna, con un fitto intreccio di comunicazioni radio per incontrare
le barche che ci avrebbero condotto all'ormeggio, ha gloriosamente
concluso la nostra tappa, anche se da esclusi dalla classifica.
Avevamo con noi tre giovani, di cui due Inglesi, che si sono comportati
brillantemente e che hanno dato grande significato alla nostra qualifica
di "Training Ship". Questa tipologia di barche è molto sentita nei
paesi nordici e anglosassoni, certo molto più che da noi. Ciò è
veramente un peccato, perché abbiamo potuto constatare direttamente
quanto sia formativo e interessante sia per i giovani che per noi
adulti vivere insieme una simile esperienza, con allegria e serietà,
come abbiamo avuto la fortuna di fare noi stessi.
Termino queste note con un accenno alle bellezze e alle particolarità
della Nuova Scozia, la regione di Halifax, paese che difficilmente
avremmo visitato altrimenti e che invece lo merita, con le incredibili
maree della Baia di Fundy, i laghi, le foreste e le memorie storiche,
come quelle di Brier Island, dove visse e iniziò a navigare Joshua
Slocum, il primo e grande circumnavigatore solitario di fine '800.
|