LE
BALENE NEL MAR DI CORTEZ |
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IL DIARIO DI BORDO
E' con grande imbarazzo che mi accingo a scrivere queste brevi note di viaggio, in parte perchè mi è stato chiesto di essere sintetica (e certamente non è una delle mie qualità), ma soprattutto perchè sembra difficile parlare del Messico come di una meta turistica che può riservare ancora infinite sorprese……eppure……!!
Eppure per chi appartiene al popolo degli appassionati velisti e per coloro che veramente si commuovono di fronte ad una natura incontaminata, ad orizzonti grandiosi e agli incontri emozionanti con le incredibili creature del Mare e del Cielo, esiste in Messico questo angolo di Eden assolutamente sorprendente per l'incredibile profusione di paesaggi mozzafiato, per l'esagerazione di effetti speciali di luce e colore e per la spettacolarità della vita marina.
Più di un angolo a dire la verità, perchè parliamo di diverse centinaia di miglia di Pacifico incuneate e circoscritte (ancora) dalla estrema propaggine sud-occidentale della costa Californiana: Il Mar di Cortez.
In questo baffo di Oceano, solcato da profonde spaccature e protetto da bastioni vulcanici orlati di spiagge minuscole e deserte, tra baie incantevoli e scogli feroci - ogni anno tra Gennaio ed Aprile I giganti gentili del Mare si danno appuntamento per godere dell'abbondanza e della bellezza di queste acque.
Le barche
Trovare le barche non è un problema analitico, esiste al momento solo la possibilità di noleggiare presso Moorings di La Paz (tramite consueti agenti italiani). La flotta è abbastanza consistente e I prezzi non propriamente "friendly". La nostra "flottiglia" (due barche per un totale di 18 partecipanti) in particolare è stata gestita tramite Maratticus (non senza qualche rigidità dovuta alla scarsissima flessibilità commerciale di una grossa sociatà di charter come Moorings).
La lista delle "non adeguatezze" dei noleggi è sempre lunga, in questo caso però bisogna menzionare, a futuro promemoria, che la scelta di sorvolare sulla mancanza di dotazioni è stata più complessa del solito, in quanto la nostra barca (uno Jeanneau 49') si è di fatto rivelata priva di alcune dotazioni minime di sicurezza - niente zattera di salvataggio, niente barometro e niente luci di via (anche se comunque ci è stao immediatamente chiaro che la navigazione notturna è decisamente scoraggiata) e nessuna carta nautica adatta alla navigazione (unico riferimento una Fishing Map chiaramente predisposta solo per quei turisti americani che nei mesi estivi prendono d'assalto la zona di Cabo S.Lucas e si dedicano con passione e ,riteniamo, non senza l' assistenza di guide locali, alla pesca d'altura del Marlin e del Dorado.
Inutile dire che la nostra waterproof fishing chart poteva forse rappresentare un impeccabile informazione sul pesce di passo e relative zone e stagioni, ma presentava inquietanti imprecisioni (verificate "sul campo" in più di una occasione) sulla posizione di scogli sommersi, reef e quant'altro contribuisce a creare un brovido di apprensione in chi, come noi, si accinge ad affrontare un tratto di mare sconosciuto e con caratteristiche geologiche così "prepotenti".
D'altra parte la preparazione accurata di qualunque navigazione rientra nella vera missione del nostro gruppo e va detto che la ricerca cartografica preventiva aveva comunque evidenziato un mancanza fisiologica di carte dettagliate. Esistono però - e fortunatamente ci eravamo portati - portolani abbastanza aggiornati che sono l'unico elemento confortante nella scelta di percorsi collaudati e nella identificazione delle aree rischiose o non sperimentate.
Brevi note tecniche
Per chi si accingesse a ripercorrere la nostra esperienza sull'onda del nostro giustificatissimo entusiasmo, vale la pena di segnalare che a N di La Paz I porti sono merce rara. Puerto Escondido - non quello del film, un altro!! - nella zona di Loreto è forse l'unica vera marina disponibile nel raggio di 150 miglia a N di La Paz. Ma ci risulta che le procedure di ingresso siano molto Mexican style - occorre rimanere nell'antiporto di transito, scendere a segnalare la richiesta di ingresso e la lista equipaggio a Loreto e scucire qualche dollarino per ottenere finalmente un permesso di ingresso nel Porto vero e prorio - di fatto se volete o dovete fermarvi sembra indispensabile essere preparati a formalità veramente di "frontiera", varie ed eventuali ancorchè sicuramente pittoresche. Pertanto si dorme in rada (ed è doveroso precisare che ne vale veramente la pena), le possibilità di rifornimento cibo sono limitate a pochi villaggi o alla buona volontà dei pescatori locali (che spesso vi propongono addirittura di scegliere il Pescado "target" per una fornitura personalizzata, ma che comunque sospendono la legittima aspettativa di "grigliata" ad un insondabile, filosofico "magnana" che può significare un qualunque intervallo di tempo da qui all'eternità!!). Per l'acqua invece le possibilità di un refilling (a meno del "puerto" sunnominato) sono quasi inesistenti. Prima esigenza perciò è razionare l'acqua per le abluzioni e rifornire adeguatamente la cambusa (dall'Italia basta portare caffè e parmigiano, il resto si trova in loco) con scorte a deperibilità progressiva e molti liquidi. I nostri appunti per la cambusa si sono dimostrati utilissimi ancora una volta e abbiamo approfittato della situazione per raffinare ulteriormente l'ottimizzazione degli approvviggionamenti.
Va detto che, in questo caso, lo stile charter turistico classico per naviganti "ClubMed" si è rivelato molto gradevole dal punto di vista dei servizi a bordo: ottimo tendalino, frigorifero e congelatore impeccabili, barbecue esterno, luci, condizionamento e 4 bagni (tutti funzionanti) - cucina e dinette imperiali (oddio le cabine erano necessariamente ridotte - più che cuccette …cucce!!).
Nessuna concessione agli spazi per le cerate umide, nessuna esigenza di spazio per le dotazioni. In compenso, mai vista una tale abbondanza di prese a mare, un vero gruviera!! - Niente Log, centralina in testa d'albero muta, ma ecoscandaglio funzionante e GPS quasi accettabile, mentre il VHF funzionava "a vista" e la barca era così leggera che ballava solo a sospirare. Niente lamentele invece per quanto riguarda la velocità sia a motore (8-9kn) che a vela (nonostante le vele "smutandate" e l'angolo pessimissimo) - Thanks God niente rolla randa, ma boma altissimo e cortissimo (la randa, pur steccata era un fazzolettino e comunque ci ha piantato in asso a qualche giorno dalla fine perchè il nodo sul grillo della drizza si è sciolto molto opportunamente mentre stavamo issando con non altro danno se non un paio di sentite parolacce e pò di ore motore in più (inutile dire che non avevamo bansigo o cimette per recuperare la drizza fuggitiva).
Metereologia
Per la nostra breve esperienza la reologia meteo è insolita ed elusiva, il Mar di Cortez risente di una geomorfologia particolare ed è intrappolato tra il grande respiro del Pacifico e il continente Americano. I venti prevalenti del periodo di Marzo dovrebbero essere da NW, eppure noi abbiamo avuto veramente di tutto (soprattutto sul muso!!) e un pò con tutte le intensità, per via di un movimento depressionario in transito sulla California più a N e per via, probabilmente dei profili orografici e delle caratteristiche della costa. La temperatura può scendere significativamente al calar del sole (pile e cerata non sono un di più), mentre di giorno è caldo (anche se spesso mitigato dal vento) e quasi sempre soleggiato, con strani momenti di calma, probabile risultato della contrapposizione delle brezze con deboli venti di gradiente. I mutamenti sono abbastanza rapidi e I cieli difficili da interpretare con I parametri mediterranei, con mare e vento spesso contrapposti e onde piuttosto ripide, zone di corrente e di mare incrociato. Fortunatamente c'è abbastanza scelta per gli ancoraggi (anche se in alcune parti della costa il ridosso è limitato al NW), con fondo buono (anche se spesso molto vicini a riva perchè quasi sempre il fondo scende rapidissimamente) e ragionevolmente protetti da ripide scogliere. Però non contate sul vento costante di notte (non siamo ai Caraibi) e soprattutto tenete conto che basta un'ondina ridicola per ballare come sugheri su queste barche di carta velina.
NdR Se volete una cima di rispetto come si deve dovrete combattere per averla e considerate che avrete sempre troppo poca catena per dar fondo in più di 5 o 6 m d'acqua.
La natura
Da un punto di vista naturalistico il Mar di Cortez è veramente di una bellezza difficile da immaginare, I paesaggi sono mozzafiato e, anche se le foto parlano da sole, lo strumento fotografico è raramente adeguato a rappresentare l'imponenza della cordigliera e delle scogliere su cui dilavamento ed erosione hanno scolpito immani gradinate e cadute vertiginose. Il profilo della costa è una tavolozza di tutti I colori (le rocce laviche si accendono di rosso e di verde, di rosa o del nero dei basalti al cambiare della luce durante la giornata) che racconta una storia geologica inquieta (tra le antiche eruzioni e I movimenti ancora visibilmente in atto della faglia californiana). I cactus altissimi e gli arbusti spinosi si stagliano contro il cielo o si accalcano in foreste in ogni avvallamento e lungo ogni franata. Nell'ora del tramonto, col sole che viene inghiottito nella prospettiva delle montagne e illumina le cime di rosso e di viola, sembra di guardare dal mare il Grand Canyon o la Monument Valley. Le nuvole sono bianchi baffi sottili arricciati in improbabili forme circolari (non avevamo mai visto dal vero un cielo che sembra dipinto da Van Gogh!!) o rotolano sopra le gradinate di roccia in rapide schiere minacciose.
Il mare sale profondo e rapido per frangersi sugli scogli feroci o per addolcirsi nel turchese e nel verde delle baie tranquille davanti a lunghe spiagge chiare e deserte o per insinuarsi nella calma di vetro delle lagune di mangrovie di un verde smeraldino. Nella stagione primaverile (e quest'anno forse in misura più tangibile in quanto le piogge invernali sono state abbondanti) l'acqua è brulicante di plancton che illumina l'acqua di milioni di fuochi, come se l'incredibile stellata del cielo ci si potesse riflettere o come se milioni di lucciole avessero scelto di darsi alla subacquea proprio sotto la nostra barca e I pesci di organizzare spettacoli pirotecnici di benvenuto.
Il cielo è pieno di voli, dalla maestosa veleggiata circolare degli avvoltoi alla elegante immobilità delle fregate, dalla statuaria concentrazione degli aironi in caccia alla chiassosa litigiosità dei gabbiani e delle sule. Lo sguardo scivola a pelo d'acqua con le spettacolari processioni dei pellicani in fila, le grandi ali aperte come vele a una spanna dall'acqua e siemoziona nella frenesia degli innumerevoli tuffi sulla superficie ribollente di pesci, in banchi compatti e croscianti come le rapide di un fiume.
L'acqua è freddina, il bagno provoca un certo brividino, ma lo snorkeling è altrettanto sorprendente della parte emersa - gli scogli sotto costa brulicano di vita e presentano una stranissima coesistenza di pesci corallini coloratissimi con specie più consuete per climi temperati come il mediterraneo. Ci sono aragoste e branzini, "sergent fishes" e pesci istrice, scogli coperti di grandi alghe verdi e bouquet di corallo chiaro, fondi di sabbie rosa coralline e di lave nere.
Ma soprattutto, e diciamo che si tartta del principale motivo per l'organizzazione della nostra crociera, ci sono tutti I grandi abitanti del mare. Le grandi balene non ci hanno lesinato la loro compagnia. Balenottere azzurre gentili hanno flirtato con la nostra barca lasciandoci avvicinare tranquille e scivolando lentamente nel blu con la grande coda sollevata, balene grigie e balenottere minori, più schive, ci hanno comuque accompagnato in coppie sollevando in alto il soffio potente, e infinite volte I delfini e le stenelle hanno abbandonato la pesca per rincorrersi sotto la nostra prua e saltare al nostro fianco. Ovunque si guardasse, il mare ci ha regalato sorprese, il muso curioso di un leone marino o il placido volo delle mante e delle tartatughe, I guizzi d'argento dei tonni e ancora, con nostra enorme sorpresa e commozione, lo spettacolo incredibile delle mante "volanti" che, a decine, saltavano alte (4 o 5 m) fuori dall'acqua con le grandi ali spiegate come enormi aquiloni, per piroettare e ripiombare nel blu sollevando enormi spruzzi bianchi tutto intorno a noi.
Le tappe
Quasi impssibile descrivere nel dettaglio le infinite emozioni del percorso, anche se, a beneficio di future crociere e di altri amici vale forse la pena di menzionare le tappe principali della navigazione che ci ha portato da La Paz a Isla del Carmen con ltre 350 miglia di navigazione e molte soste in posti assolutamente incantevoli e unici.
Tutti gli ancoraggi scelti si sono dimostrati relativamente facili (nessun atterraggio critico, con la piccolissima eccezione rappresentata da Honeymoon cove) e sicuri.
- Base Moorings la Paz - Cala Lobos
Protetta da Roca Lobos e Isla Lobos, è una piccola baia appena a N di La Paz. Ospita leoni di mare,pescherecci e centinaia di pellicani, tutti attratti dallo stesso motivo.
- Cala Lobos - S.Evaristo
Il panorama della cordigliera dal mare è spettacolare, la costa sembra lo sfondo di un film western.
S.Evaristo è un piccolissimo villaggio in una bella baia (abbastanza aperta a E/SE) di facile accesso.
- S.Evaristo -Timbabichi - Agua verde
Timbabichi è una lunga spiaggia limitata a N da p.ta Botella e a S da Black Rock (un grumo di lava che sporge dal mare vicinissimo all costa) - con una costruzione a mezza costa visibile da lontano (la Casa Granda) e una bellissima laguna appena nascosta dietro le dune della spiaggia; circondata da arbusti e cactus e da distese di fango essiccato orlato di sale e incoronata dalla cordigliera in lontananza.
NdR: Sigh!! Le teste ormai mummificate dalla salsedine di decine di piccoli squali martello sulla spiaggia identificano I resti di un capanno da pesca.
Agua verde è un'altra baia splendida di acqua color della giada, l'ingresso segnalato da uno spettacolare faraglione isolato e suddivisa in due da un'altro gruppo di scogli.
Diamo fondo nella parte a S, con una certa attenzione agli scoglietti che ne delimitano le estremità. Sulla baietta a N di Agua verde affaccia un paesino dotato di alcuni generi di conforto (un telefono, un piccolo spaccio e la chiesetta) e potete anche trovare ottimo pesce a prezzi ragionevolissimi chiedendo ai pescatori locali.
- Agua Verde - Puerto Ballandra (Isla Carmen)
Puerto Ballandra è una cala quasi nascosta, ridossata a E e protetta da alte scogliere a N e a S, la luna è piena e la parete di roccia molto suggestiva. Sembra un'ottima soluzione per una notte tranquilla in quasi tutte le condizioni.
- Puerto Ballandra - Punta Perico
Troviamo mare ripido e un vento deciso da NW (in rinforzo dai 20/25 kn del mattino ai 35/40 del tardo pomeriggio). Veleggiamo con due mani intorno alla costa N di Isla Carmen, tenendoci a opportuna distanza da p.ta Lobos, dove, a giudicare dai frangenti, un reef esterno si prolunga ben oltre la zona di scolgi indicati sulla carta "fasulla".
Tiriamo un bel bordone di lasco e ridossiamo dietro a p.ta Perico che offre buon riparo ed eccellente ancoraggio. Dietro le creste coperte di cactus c'è Baja Salina con la lagunae gli impianti abbandonati della salina. Da non perdere la visita alla salina deserta e una passeggiata sulle colline brulle fino alla sommità della scogliera e oltre - il panorama della baia e della piana con gli stagni salati è fantastico e vale la fatica.
- Punta Perico - Honeymoon cove
Tappa ancor più spettacolare delle precedenti, costeggiamo Isla Carmen e Isla Danzante fino alla costa NW di Isla Danzante dove si apre un ventaglio di baie, culminante in un minuscolo fiordo denominato Honeymoon perchè non lascia spazio per più di una barca e comunque l'ormeggio è di misura. Diamo fondo in circa 4 m entrando di poppa e mettendo le cime d'ormeggio a terra (per la verità dobbiamo usare anche l'ancora di rispetto come ormeggio a terra, perchè le cime regolari sono solo due e così corte da doverle giuntare). L'acqua è ferma come un vetro e splendente di plancton, la luna è piena e I pesci lasciano scie fosforescenti come fuochi d'artificio. Vicino a noi sentiamo il respiro dei delfini e le baruffe dei gabbiani. Pura perfezione.
- Isla Danzante - Isla Monserrate - Agua Verde
E' giunto il momento di puntare a Sud, ritorniamo sugli ormeggi già provati portandoci a navigare verso il lato E delle isole dove la ripida caduta dei fondali ci fa ben sperare per nuovi avvistamenti (che non mancano mai). Nessuna sosta sull'Isla Monserrate che offre pochi ripari, un profilo selvatico e fantastiche scogliere. Nessun isola è realmente uguale ad un'altra ma tutte offrono una meravigliosa tavolozza di colore nella luce che cambia durante la giornata.
- Agua verde - Isla Santa Catalina - Puerto el Gato
Santa Catalina è una rincorsa di punte coperte di verde e vallette affollate di cactus, sembra quasi il guscio muscoso di un qualche arcaico e fantastico animale, generalmente poco avvicinabile per via dei fondali profondi e della presenza di scolgi insidiosi (particolarmente estesi sulla p.ta N). Puerto il Gato è una baia abbastanza protetta a N di p.ta Botella, il ridosso è ottimo a W/NW, ma troviamo già diverse barche alla fonda e dobbiamo accontentarci di un posto un pò esterno che non offre alcuna protezione rispetto all'ondina da SE che ci sballotta un pò durante la notte.
- Puerto el Gato - Las Animas - S.Evaristo
Las Animas è uno scoglione deserto in mezzo al mare, circondato da un profondo blu ribollente di vita (foche, delfini, mante, marlin e quant'altro) e sormontato da un fanale e un cactus. Le fregate e I pellicani si librano in un cielo di porcellana. Come potevamo perderci questa meraviglia (che, come peraltro dice il nome stesso non sembra un posto normalmente frequentatissimo) ??
- S.Evaristo - Baja Amortajada (Isla San Jose) - The Hook (Isla San Francisco)
Giornata pigra ma densa di emozioni. La baja Amortijada è una distesa di acqua turchese (diamo fondo sul limitare del blu in 5 o 6m d'acqua nel punto in cui il basso fondo si estende abbastanza lontano da riva). L'acqua è bellissima e si insinua all'interno della punta bassa creando una meravigliosa laguna di mangrovie. Dietro: lo sfondo delle montagne di lava rossa e nera e la foresta di cactus, davanti: la baia turchina orlata dalla spiaggia chiara. Da non perdere la visita alla laguna con il tender, attraverso il canale in fondo alla spiaggia di punta Ostiones. Le mangrovie si riflettono nell'acqua immobile e ricamano canali silenziosi dando rifugio a innumerevoli aironi tra le foglie verde lucido e a grandi pesci silenziosi nell'ombra intricata delle radici.
Sempre da non perdere una sbirciata al paesino dell'Isla Coyote (affollatissima per gli std locali) arrampicato su un'isoletta minuscola e circondata da un bastione di scoglimolto poco invitanti.
The Hook è una bella cala a uncino con un fanale sulla punta ripiegata della scogliera di SW, che offre ottimo riparo da N a SE. Il lato di SW è poco profondo e ci si mette alla ruota su circa 3 metri di fondo.
- The Hook - Los Islotes (Isla Partida) - Baja Partida (Isla Partida / Isla Espiritu Santu)- Cala Lobos
Ultimo giorno di esplorazione. Vento fresco da SE (ie diretto sul muso) e rinunciamo ai bordi piatti per avvicinarci alla costa N di Isla Partida. Attirati dagli scogli frastagliati di Los Islotes - non mancateli se doveste capitare da quelle parti (ci si può avvicinare bene sul lato N) perchè ospitano una grande colonia di Leoni marini che si polleggiano al sole sugli scogli e giocano nell'acqua verde in un turbinio di pinne, code, nasi baffuti e dorsi lucenti. Isla Partida e Isla Espiritu Santu sono un tripudio di scogliere barocche di un rosa acceso e di un nero giaietto, con ampie lagune azzurre e spiaggie candidissime, insenature sinuose e isolette coronate di cactus. Infiliamo il naso nella fascinosa Baja Partida tra le due isole - con le sue acque turchine e il canale di acqua bassa che si apre una via tortuosa nella lingua di sabbia bianca che quasi congiunge la Partida a Espiritu Santu (offrendo due ancoraggi distinti W e E). Fuori dalla Partida lo spettacolo starordinario delle mante volanti, decine di grandi aquiloni che saltano fuori dal mare facendo piroette e si rituffano sollevando un getto bianco - siamo davvero senza parole e senza parole riceviamo anche l'ultimo saluto di una balena che alza verso di noi la grande coda elegante prima di scivolare tranquilla sotto questo Mare meraviglioso.
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